Gaiole in Chianti (SI), 2004

Borgo di San Vincenti


In collaborazione con lo studio tecnico degli Architetti Merlini - De Filla (FI)
Scendendo a valle da Monteluco ci si inoltra su strade che si dipanano fra boschi e sembrano portare fuori dal tempo. Quest'incanto rimane intatto ed anzi si completa quando, prim'ancora di entrare nel borgo, ci appare il maestoso campanile della chiesa di San Vincenti. San Vincenti godette nel VII secolo dell'appellativo di basilica (basilica Sancti Vincenti in fundo Bomuspagi). Nel  715  è chiesa  suffraganea di Montebenichi.  Viene spontaneo  chiedersi  perchè , a differenza  delle altre pievi della zona  come  San  Giusto in Salcio,  San Polo  in Rosso  e Spaltenna,  tutte appartenenti alla potentissima Diocesi di Fiesole, San  Vincenti  afferisse alla Diocesi  di  Arezzo.  La risposta a questa domanda lega San Vincenti alla storia del Medio  Evo.  E' noto a tutti che Liutprando,  re dei Longobardi, con la donazione di Sutri del 728, con cui cedeva a Papa Gregorio  II i  castelli di Sutri, Bomarzo, Orte e Amelia,  dava formalmente inizio al potere temporale della Chiesa. L'impronta di questo grande re è rimasta anche nella storia di San Vincenti: fu  infatti  Liutprando a  dirimere il  conflitto fra il  Vescovo  di  Siena  e  quello di Arezzo,  in lotta per il controllo di questa bella Pieve stategicamente situata sulla  famosa e trafficata  strada  del  pellegrinaggio che portava  da  Canterbury a Roma, la Via  Francigena  o Via Romea, così come venne chiamata da Sigeric the Sirius, arcivescovo di Canterbury, che per primo ne dette un'accurata  descrizio-ne nella sua Memoria.

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